Il primo shock per la Cina si è verificato dopo una serie di riforme liberalizzatrici attuate in Cina negli anni ’90 e la sua adesione all’Organizzazione Mondiale del Commercio nel 2001. Per i consumatori statunitensi, ciò ha comportato notevoli vantaggi. Uno studio del 2019 ha rilevato che i prezzi al consumo dei beni negli Stati Uniti sono scesi del 2% per ogni punto percentuale in più di quota di mercato conquistata dalle importazioni cinesi, con i maggiori benefici avvertiti dalle persone a reddito medio-basso. Ma lo shock cinese ha anche messo sotto pressione i produttori nazionali. Nel 2016, Autor e altri economisti hanno stimato che gli Stati Uniti hanno perso più di due milioni di posti di lavoro tra il 1999 e il 2011 a causa delle importazioni cinesi, mentre i produttori di mobili, giocattoli e vestiti hanno ceduto alla concorrenza e i lavoratori delle comunità svuotate hanno faticato a trovare risorse. nuovi ruoli. Sembra che una sorta di seguito sia in atto. L’economia cinese è cresciuta del 5,2% lo scorso anno, un tasso contenuto per i suoi standard, e si prevede che rallenterà ulteriormente a causa della prolungata crisi immobiliare che schiaccia gli investimenti e i consumatori frenano la spesa. Capital Economics, una società di consulenza, ritiene che la crescita annuale rallenterà a circa il 2% entro il 2030. Pechino sta cercando di progettare una svolta economica investendo denaro nelle fabbriche, in particolare per semiconduttori, aerospaziale, automobili e apparecchiature per le energie rinnovabili, e vendendo i risultanti surplus all’estero. Il protezionismo potrebbe spostare parte dell’impatto deflazionistico in altre parti del mondo, poiché gli esportatori cinesi cercano nuovi mercati nei paesi più poveri. Quelle economie potrebbero vedere le loro nascenti industrie avvizzire di fronte alla concorrenza cinese, proprio come fecero gli Stati Uniti in un’epoca precedente.
@ISIDEWITH9mos9MO
Cosa ne pensi dell’idea di sacrificare migliaia di posti di lavoro nel tuo Paese per beneficiare di prezzi al consumo più bassi?
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Riesci a immaginare un futuro in cui le tue prospettive di lavoro sono influenzate dalle politiche economiche dei paesi dall’altra parte del mondo?